Invase, pervase, attraversate, costruite; e soprattutto assaltate, come cent’anni fa, ma da un esercito pacifico, lento, confuso.
Ci sono le moto, il raduno di auto d’epoca, la gara di regolarità, il giro dei passi in Vespa, il pullman che intasa la strada, altre moto in sorpasso, ciclisti cadaverici coperti come in inverno, ciclisti tiratissimi e depilatissimi piantati e zigzaganti come un pensionato qualunque, ciclisti sfreccianti che non tiguardano nè ti salutano perché concentrati in un Giro d’Italia del tutto personale, di cui nessuno fuori sa nulla.
E poi ci sono i Lord: sparpagliati lungo la salita, senza pietà per nessuno, danno tutto e anche oltre, per onorare la maglia, anche quando la tolgono per legarla alla meglio sul manubrio.
Spesso i loro contakm non funzionano, o funzionano a tratti, e se li vedete in difficoltà è perché molto probabilmente sono impegnati nella digestione di un panino speck e gorgonzola e di una weissbier. Capita di vedere i resti dei loro pranzi sbucare dalle tasche sulla schiena: una carota, una pesca, uno yogurt da bere gusto fragola, una scatoletta di sgombri, del cioccolato o una scomodissima Forst da 66cl.
Le rigide temperature sono affrontate ispirandosi ai pionieri del ciclismo, ovvero con un piatto di tagliatelle panna e speck in cima alla salita e l’intramontabile foglio di giornale in discesa.
Il traffico non dà tregua, ma la pedalata del Lord è sempre sciolta.
E poi il Lord controlla in modo talmente scrupoloso la propria attrezzatura da partire, il terzo giorno, senza una placchetta, e tuttavia pedalare in scioltezza alla ricerca di un meccanico fino in cima al Giau, e poi fino giù a Cortina, dove tutti i meccanici e tutti gli alimentari sono chiusi (già, è domenica); e allora, poichè mangiare si deve, è necessario fermarsi per una pizza tonno e cipolle che ridarà a tutti le forze necessarie per affrontare sotto il solleone le rampe del Falzarego, dopo un buon caffè, e ancora senza placchetta.
Un anno funestato da diserzioni e recuperi all’ultimo momento, alluvioni poco prima dell’arrivo, strade chiuse e alberi sradicati, una Contessa felice e in crisi di ferritina, cene luculliane e bici che volano via dal tetto per ben due volte, miracolosamente senza conseguenze.
Le Dolomiti non hanno pace, ma i Lord non hanno paura.
Le Dolomiti sono meravigliose, e i Lord hanno saputo onorarle.
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