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Visualizzazione dei post da aprile, 2019

Ritornare ai prati

C’è troppo bianco, qui, per i nostri occhi È troppo ampio l’orizzonte per uno sguardo civilizzato La nostra vita pazientemente costruita incontri e scontri compromessi e tabù aspettative, obiettivi insomma una decorosa vita civile non è pronta a simili scossoni Tornarvi sarà difficile La meraviglia non può lasciare indifferenti La grandezza degli spazi il loro essere fini a se stessi la loro sofferenza silenziosa, anno dopo anno ci attirano e ci chiamano a se come in una trappola Ci adattiamo alla vastità finché cominciano a infastidirci le presenze chiassose le comitive all’orizzonte C’è spazio per tutti, ma noi siamo sempre un po’ più in là Sembra di essere d’intralcio a se stessi Scorriamo sul mare dormiente chiedendoci cosa ci sia sotto immaginando mondi caverne buie Un brivido freddo come quando si nuota sul lago, fissandone l’oscurità opaca non sapendo se quel che c’è sotto potrà mai venire a reclamare vite, corpi e allungando una mano sfiorarci