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September





Settembre, tempo di andare. 
Dove sono, le strade delle Dolomiti tanto amate e odiate nei giorni d'agosto? 
Lontane, forse perdute, come tutti i giorni che vissuti fuggono. Ma la felicità resta: è la stessa di oggi. Una strana calma nell'insolito caldo di fine estate, di fronte al lago, al sole. Forse è l'ultimo: molte cose, chissà, potrebbero essere le ultime. L'ultimo caldo, l'ultimo giro della stagione, le ultime pedalate ad una temperatura accettabile, con tutti i Lord riuniti, l'ultima birretta della stagione ciclistica. Per qualcuno, magari, è l'ultimo giro in bici prima che davvero tutto cambi nella vita. Ma ora no: siamo in attesa di tante cose, ognuno lo sa. Eppure di tutto quel che può o deve accadere in futuro, non c'è traccia in questa tranquilla domenica di settembre: tutto scorre lento, nell'ultimo tepore prima dell'autunno. Le strade conosciute sembrano stanche di vederci, buche e tombini ci hanno fatti tornare a casa una volta di più, nonostante tutto. 
Questo panino e questa birra, saranno gli ultimi? 
Come fare per capire quando l'ultimo panino sarà davvero l'ultimo, e concentrarsi per ricordarselo bene, stamparselo in testa? 
Non chiedetelo a me: tutte le volte che c'era da salutare qualcosa per un po', io me la sono sempre squagliata. L'autunno mi insegue. 
Io fuggo pedalando come una matta controvento: il sole è basso, la luce tenue, e le foglie gialle sull'asfalto fanno crak quando con la ruota le schiacci; vigneti in Franciacorta ormai pronti per la vendemmia, saliscendi e mal di gambe, aria calda sulla faccia, l'ultima. 
Non è meraviglioso, fuggire a perdifiato credendo che niente e nessuno ci prenderà mai?



Ultime luci del giorno sul Col du Galibier.

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