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take a walk on the wild side



In una domenica dal meteo incerto, alle prime luci dell’alba, #ilorddellacontessa lasciano le oscure valli e se ne vanno in città.
Molte cose si possono imparare da un semplice giro in bici, anche in un posto non troppo bello; si tratta solo di avere nuovi occhi.
La Val Seriana passa in fretta: Bergamo ha strade ampie e prive di traffico, a Lallio il rettilineo disseminato di capannoni e fabbriche è grigiastro, incolore; semafori compaiono e scompaiono, rosso - giallo - verde scattano nel silenzio, a Dalmine le rotonde sono grandi, troppo grandi. La strada è larga e tutta per noi, almeno per un po', e nell'assenza di auto e camion e rumori molesti si sentono nuovi profumi, forse l'odore stesso di questo pezzo di pianura, che nessuno sente mai e che ora si presenta chiaro dinanzi a noi, nella chiara e addormentata tranquillità della domenica mattina.
Niente a che vedere col profumo dei prati in fiore delle Dolomiti in una discesa dal passo Gardena...ma ogni cosa a suo tempo.
Si supera l'Adda, si cambia provincia, si prende la ciclabile che anche di prima mattina è un tripudio di podisti multicolori; e poi eccoci, il naviglio ci porta dritti al capoluogo.
La città ci attende sonnolenta e semideserta: alle nove siamo davanti al Duomo, che devo dire mi è sempre piaciuto perché quando guardo le sue guglie e i muri in pietra chiara mi ricordo che anche quella una volta era una montagna; ora ha solo assunto un’altra forma, un po’ come il ricordo di una persona che non c’è più.

In tutta questa grandezza stranamente priva di caos ci si sente un po' spaesati e si mangerebbe volentieri un panino, un hamburger da mac donalds, un kebab, una pizza da spizzico. Niente di tutto ciò sembra disponibile, e senza un mini-market nelle vicinanze #ilorddellacontessa capiscono che qualcosa è cambiato: una nuova consapevolezza molto sociologica ci dice che tutti questi negozi di vestiti non ci danno certo da mangiare, e allora ci si sposta là dove siamo certi di trovare rifugio, e si torna verso Buenos Aires e poi Loreto e poi viale Padova, luogo di cineserie e negozietti sudamericani, brulicante di umanità di ogni genere e colore, dai tratti inquietanti per chi non è abituato: ma qui la domenica mattina alle nove c'è la bottega dei cingalesi aperta, e anche il kebab da € 1,50, e un micronegozio di 10mq che vende solo torte e dolci del sudamerica.
Che cosa è un Lord, di fronte a tanta abbondanza e disponibilità?
Che cosa è piazza Duomo, San Babila, la Galleria, se non luoghi freddi e asettici e un po' disumani in cui il caffè costa €1,10 e la bottiglietta d'acqua può arrivare a € 5,00 e il sorriso non è compreso nel prezzo, e le persone, i ricchi turisti carichi di sacchetti degli acquisti non ti guardano, hanno lo sguardo fisso davanti a sé, verso un orizzonte invisibile e protetto da occhiali scuri?
Ma #ilordellacontessa hanno bisogno di sorrisi e pacche sulle spalle, e grandi risate davanti a una birra. Per questo l'anno scorso ne abbiamo prese un po' ad un market in viale Padova e poi le abbiamo portate dal kebabbaro che non teneva alcol; lui ci ha chiesto da dove venivamo e si è messo a ridere, e poi ci siamo mangiati uno dei più buoni kebab che io ricordi, sul marciapiede caldissimo e ai limiti della fusione sotto il sole di mezzogiorno, con molta salsa che colava da tutte le parti, e le mani orribilmente impiastrate che a loro volta impiastravano le bottiglie di birra, che a loro volta avrebbero impiastrato i manubri e le leve del cambio. Una felicità a buon mercato, inaspettata, inattesa, come sempre in una giornata da Lord.
Quest’anno invece si è optato per una focaccia iper-unta ai giardinetti di via Vitruvio, dove come in un flash adolescenziale compare la mia ex scuola, visione sconvolgente, edificio giallo e grigio dal cui portone ricordo di essere uscita il giorno della maturità sola e spaesata come non mai, sconvolta da quanto fosse semplice la libertà.
Ma tutto questo cosa c'entra con quello che stavamo dicendo?
Non ne ho idea, e in ogni caso sono passati ben nove anni da quel giorno di luglio e molta acqua è passata sotto i ponti; e tornando a noi, i giardinetti dove facciamo il consueto pic-nic sono pieni di piccioni, e #ilorddellacontessa nel rispetto delle leggi ne osservano la lotta svolazzante ad ogni lancio di pezzi di focaccia; commentano le tecniche e i colpi bassi e incoraggiano i meno audaci, e per chi è rimasto a bocca asciutta lanciano altri pezzi creando ulteriore scompiglio.
Tutto questo e molto altro accade quando dalle valli si scende in città; tutto questo è già troppo per essere raccontato senza annoiare. È tempo di tornare in valle, accolti dal temporale ad Albino: il concetto di bagnato raggiunge nuovamente livelli epici, la strada è un fiume, la vita stessa è un fiume e noi risaliamo la corrente sperando che le macchine ci vedano.
Molta birra attende a casa, ma anche una doccia, vestiti asciutti, il divano, e qualcuno che si chiedeva che fine avessimo fatto.
See you next time, Milan!


Beer time.


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